Sono giorni caotici cerco di fare quanto possibile ma il tempo e’ poco, troppo poco.
Ma piu’ avado avanti e piu’ entro dentro alle cose e parlo con le persone piu’ mi rendo conto che la mia voce, le mie parole escono e sembrano cadere in mezzo alla montagna di rifiuti che ho fotografato vicino a casa, eccovi le foto:
E la frustrazione aumenta ed il senso di cosa ci faccio qui, cosa sto dicendo aumenta.
Ieri ho parlato con un ragazzo giovane, che lavora in uno degli ospedali, sembra in gamba, gli ho proprio chiesto, ma quello che dico e’ comprensibile, e’ sensato oppure vi sembro un ET o una pazza? Mi ha sorriso e mi ha detto “no, hai ragione, ma sai e’ il nostro attegiamento. Ma e’ un atteggiamento che deve cambiare”.
Mi sembra di dire le cose piu’ semplici del mondo, tipo ad esempio controllare le scorte, tipo se vai dal lattaio a comperare il latte devi prima sapere quanti litri ne hai in casa, se non vuoi buttare tutto nel cassonetto. Se devi preparare un budget di acquisto fdovrai pur sapere quanti litri di latte hai gia' in casa per evitare che ne comperi troppo eppoi ti scadono... Mi sembra semplice, ma invece non lo e’. Sto perdendo la pazienza, mi arrabbio anche perche’ mentre parlo e mi sforzo di usare le parole semplici e semplici esempi per farmi capire, rispondono al telefono, di solito uno dei tre cellulari che normalmente usano . Oppure iniziano a parlare con qualcuno che e’ entrato nell’ufficio oppure si alzano e se ne vanno per un po’, altri si mettono a mangiare, qualcuno accende la radio.
Questa mattina ad un certo punto, presa dallo sconforto ed esasperazione, ho attaccato un post-it grande sulla porta dell’ufficio dove ero, con scritto “please do not disturb.”
Comunque la cosa divertente di questa mattina nel viavai generale nell'ufficio dove ero, e' entrato un indiano, rappresentante di un azienda farmaceutica indiana, indiani e cinesi qui fanno soldi a palate, chissa’ perche’ l’Europa sta a guardare. Questa e’ una bella domanda.
Ci siamo messi a parlare del suo paese e di come si trova qui etc etc, ad un certo punto gli ho chiesto quale ristorante indiano mi consigliava qui ad Accra ed eccolo la’ subito ad invitarmi ed insistere per portarmi fuori a cena, non mi mollava piu’. Situazione buffissima, divertente, lui con il suo inglese con spiccato accento indiano ed io con il mio pessimo inglese, mi ha persino chiesto se ero ucraina o russa, e non aggiungo altro. Il mio inglese e’ decisamente peggiorato da quando sono qui.
Quando gli ho risposto che ero italiana apriti cielo, ha cominciato a lodare i meraviglosi rapporti tra i due paesi a lodare la loro ex primo ministro italiano etc etc. Alla fine sono riuscita ad avere in nomi di due ristoranti indiani. Un a piccola pausa, poi ho ripreso a spiegare, parlare, dimostrare con i fatti. Alla fine mi dicono che hanno capito......ma quanta fatica...