sabato 26 febbraio 2011

Vivi e lascia vivere.............?

Riflettendo sulle parole di un’amica mi sono domandata se il classico “vivi e lascia vivere” non sia diventato oggi un modo comodo e facile per non occuparsi di niente e non farsi carico di nessuno.
Farsi carico di qualcosa e di qualcuno, take care.
Altre belle parole: "non e’ importante il quando, ma e’ piu’ importante il come. Non importa la quantita’ ma la qualita’''. Inizio a pensare che siano  tutte scuse che abbiamo inventato per nasconderci dietro ad un qualunquismo che oramai sembra abbastanza evidente a tutti mi pare. Vorrei allora chiedere io qui cosa ci sto a fare? Cosa ci stanno a fare tutte le  migliaia di persone che nel mondo hanno mollato comodita’ e sicurezza per cercare magari di mettere "il quanto" magari insieme "al come"?
Qui il “vivi e lascia vivere” puo' diventare facilmente  “ vivi e lascia morire”  Dovrei allora pensare che la quantita’ di bambini che muoio di malaria, pneumonia, etc etc e la quantita’ di persone che non hanno cibo sono parte di un vivi e lascia vivere, che e’ meglio salvarne uno bene che salvarne tanti sufficientemente?
Farsi carico, prendersi cura e' molto molto faticoso, ma per favore proviamoci.  Non molliamoci.

TANTI AUGURI.......... HAPPY BIRTHDAY....TEDDY BEAR!!!!

Oggi e' il compleanno di un amico speciale, percio'  ti mando la foto di quest amega torta e tanti auguri mio caro Teddy Bear.
Non te la prendere con me, il nostro comune amico ha deciso quale era il nickname piu' appropriato da usare.

Va beh la torta e' nuziale ma sempre torta e'.

Un omaggio floreale 
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venerdì 25 febbraio 2011

Extraterrestre o pazza?

Sono giorni caotici cerco di fare quanto possibile ma il tempo e’ poco, troppo poco.
Ma piu’ avado avanti e piu’ entro dentro  alle cose e parlo con le persone piu’ mi rendo conto che la mia voce, le mie parole escono e sembrano cadere in mezzo alla montagna di rifiuti che ho fotografato vicino a casa, eccovi le foto:



E la frustrazione aumenta ed il senso di cosa ci faccio qui, cosa sto dicendo aumenta.
Ieri ho parlato con un ragazzo giovane, che lavora in uno degli ospedali, sembra in gamba, gli ho proprio chiesto, ma quello che dico e’ comprensibile, e’ sensato oppure vi sembro un ET o una pazza? Mi ha sorriso e mi ha detto “no, hai ragione, ma sai e’ il nostro attegiamento. Ma e’ un atteggiamento che deve cambiare”.

Mi  sembra di dire le cose piu’ semplici del mondo, tipo ad esempio controllare le scorte, tipo se vai dal lattaio a comperare il latte devi prima sapere quanti litri ne hai in casa, se non vuoi buttare tutto nel cassonetto. Se devi preparare un budget di acquisto fdovrai pur sapere quanti litri di latte hai gia' in casa per evitare che ne comperi troppo eppoi ti scadono... Mi sembra semplice, ma invece non lo e’.  Sto  perdendo la pazienza, mi arrabbio anche perche’ mentre parlo e mi sforzo di usare le parole semplici e semplici esempi per farmi capire, rispondono al telefono, di solito uno dei tre cellulari che normalmente usano . Oppure iniziano a parlare con qualcuno che e’ entrato nell’ufficio oppure si alzano e se ne vanno per un po’, altri si mettono a mangiare, qualcuno accende la radio.
Questa mattina ad un certo punto, presa dallo sconforto ed esasperazione,  ho attaccato un post-it grande sulla porta dell’ufficio dove ero, con scritto “please do not disturb.”
Comunque la cosa divertente di questa mattina nel viavai generale nell'ufficio dove ero, e' entrato un indiano, rappresentante di un azienda farmaceutica indiana, indiani e cinesi qui fanno soldi a palate, chissa’ perche’ l’Europa sta a guardare. Questa e’ una bella domanda.
Ci siamo messi a parlare  del suo paese e di come si trova qui etc etc, ad un certo punto gli ho chiesto quale ristorante indiano mi consigliava qui ad Accra ed eccolo la’ subito ad invitarmi ed insistere per portarmi fuori a cena, non mi mollava piu’. Situazione buffissima, divertente, lui con il suo inglese con spiccato  accento indiano ed io con il mio pessimo inglese, mi ha persino chiesto se ero ucraina o russa, e non aggiungo altro. Il mio inglese e’ decisamente peggiorato da quando sono qui.
Quando gli ho risposto che ero italiana apriti cielo, ha cominciato a lodare i meraviglosi rapporti tra i due paesi a lodare la loro ex primo ministro italiano etc etc. Alla fine sono riuscita ad avere in nomi di due ristoranti indiani. Un a piccola pausa, poi ho ripreso a spiegare, parlare,  dimostrare con i fatti. Alla fine mi dicono che hanno capito......ma quanta fatica...

lunedì 21 febbraio 2011

Antonio Gramsci - Indifferenti -" La città futura", numero unico pubblicato nel febbraio del 1917

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.  città futura, numero unico pubblicato nel febbraio del 1917
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.
11 febbraio 1917 - La citta' futura - Antonio Gramsci

venerdì 18 febbraio 2011

All that famous

Solo una piccola nota frivola, pare siamo finite in televisione. Ci hanno visto durante il notiziario di un canale naizonale della tv ghanese. Ci hanno ripreso durante la conferenza stampa di presentazione dei progetti della nostra ong di due settimane fa. L'ho saputo mentre ero al lavoro in ospedale e le persone con le quali lavoravo mi hanno detto che ci hanno visto in tv. Eravamoreduci da l'ennesimo lavoraccio in  magazzino immagino il nostro splendore.  Uahoooooo, allora quando si inizia con gli autografi?

Benigni e dintorni

Ieri sera dopo aver ucciso uno scarafaggio veramente grande, nelle ultime settimane e’ una vera lotta, ho acceso la televisione ed sono riuscita a vedere e soprattutto ascoltare  il monologo di Benigni sull’unita’ di Italia e l’inno di Mameli. Per fortuna che esistono ancora persone come lui che ti fanno sentire orgogliosa di essere italiana. Quando poi ha cantato l’inno  mi sono un po’ commossa. Essere lontani ti rende forse piu’ sensibile alle cose di casa.
La notizia piu’ interessante della settimana l’ho letta sul quotidiano che compero spesso, anzi tutti i giorni oramai. E’ un giornale nazionale, ma zeppo di annunci pubbliccitari, funerali, etc etc. Ogni tanto tra una annunncio e l’altro ci sono degli articoli interessanti.
L’altro ieri ad esempio il titolo in prima pagina riportava a caratteri cubitali “New Minimum wage out”
Sono andata a leggere cosa mai  fosse e l’articolo annuncia che finalmente le parti si sono accordate per aumentare il salario minimo che tutti i datori di lavoro in Ghana dovranno pagare ai propri dipendenti. Sempre l’articolo riportava che l’aumento considerevole si aggira introno al 20%. Quindi riportava la nuova cifra,  e qui viene la parte bella, il minimo che un datore di lavoro deve garantire per un giorno di lavoro e’ ora di 3,73 ghana cedi. ...meno di 2 euro al giorno.
Ho dovuto leggere il trafiletto ben 3 volte per essere sicura di non aver capito o letto male, l’unica possibilita’ e‘un errore di stampa. Pero’ non credo purtroppo.
Ho iniziato a pensare come si possa vivere anzi sopravvivere con meno di due euro al giorno. Se questo e’ il tetto minimo fissato vuol dire che e' fattibile......?
Accra ad esempio e’ una citta’ che io trovo molto cara per gli standard di vita. Ho pensato che se vivi nei villaggi ok costa meno, ma le opportunita’ di lavoro sono solo nelle citta’ purtroppo anche qui e’ iniziato il triste fenomeno di abbandono dalle campagne e  migrazione verso le citta’ per cercare di migliorare le proprie condizioni con il risultato pero’ che si vanno formando slums sempre piu’ grandi e sempre piu’ disumani.
Le condizioni igieniche, la disponibilita’ di acqua potabile, presenza di latrine, lo smaltimento dei rifiuti sono o meglio dovrebbero essere imperativi per una decente convivenza.
Per non farsi mancare nulla, e’ iniziata un‘emergenza colera che viene costantemente monitorata ma che se esplode sara’ impossibile gestire.
Eppoi c’e’ questa bellissima spiaggia davanti a me, tenuta  in condizioni penose, cumuli di rifiuti ovunque, latrine a cileo aperto che arrivano sulla spiaggia, un odore nauseabondo di urina e marcio. Una vera tristezza, quando cammino mi domando perche’.  Ma sono  tanti e forse troppi i i perche’  che ronzano nella mia testa e rimangono senza risposta. Buona giornata e buona unita’ d’Italia.

domenica 13 febbraio 2011

Domenica ....non per tutti

Oggi e’ una giornata molto calda, non ho smesso di sudare da quando mi sono alzata.
L’oceano e’ molto bello e la spiaggia e’ piena di gente che corre, passeggia e molti fanno il bagno.
Questa mattina  proprio sotto la casa, una lunga fila di donne,  alcune portando sulla schiena i loro piccoli,  erano impegnate a trasportare sulla testa in grandi contenitori la terra ed il fango che venivano tolti  per preparare una buca.







 Alcune di loro invece trasportavano l’acqua da una cisterna alla buca.






 Alcuni piccoli venivano adagiati sopra un pezzo di stoffa proprio qui sotto la terrazza, all'ombra di un albero, bellissimi.     











Ad un certo punto ho deciso di scendere e di portare loro un po’ dei vestitini che i miei amici mi hanno portato. Ho chiesto prima il permesso al "capo" o responsabile lavori (?), mi sono seduta  per terra sotto l’albero e tutte le mamme  si sono radunate intorno a me. Una alla volta, insieme,  abbiamo cercato e trovato l’indumento piu’ adatto e della taglia giusta per i loro piccoli. Alcuni piccolini non volevano avvicinarsi e si mettevano a piangere,  si spaventano quando vedono un obruni, viso pallido. Ho trovato e consegnato  magliette, pantaloncini, calze, tutine tutto cio’ che potesse essere adatto.  Alcune di loro hanno potuto scegliere l’indumento che gli piaceva di piu’. Alla fine le ultime hanno dovuto un po’ adattarsi e prendere cio’ che era rimasto. C'erano parecchie cose, devo dire che i miei amici hanno fatto un bel lavoro e sono molto riconoscente alle mamme che hanno donato questi indumenti e mi hanno permesso di  poterli a mia volta utilizzare. Erano tutti molto belli ed in condizioni perfette, alcuni oserei dire nuovi.
 Sono rimasti solo alcuni pantaloni e maglie per quelli un po’ piu’ grandi che non avro’ comunque difficolta’ a distribuire.
Non so bene quanto prendono le donne per fare questo lavoro di facchinaggio, temo proprio poco.  Sono tantissime che fanno questo lavoro, trasportano sulle loro teste ogni tipo di peso. E sono ovunque, alle stazioni degli autobus o ovunque ci sia la possibilita’ di poter guadagnare qualche soldo.  Sono semrpe sulla strada e sotto il sole, alcune vendon acqua, frutta, verdura, tutto cio’ che e’ possibile.
Trasportano di tutto, molte hanno i loro piccoli sulla schiena, a volte sono anche molto incinte e nonostante la fatica ed il caldo  continuano,  rimangono a lavorare, si sfiancano di fatica per raccimolare qualche soldo.
La loro forza, ma anche la loro fatica rappresentano per me la grande forza e la grande fatica di questa Africa. Le donne sono la forza e la fatica dell'Africa.

giovedì 10 febbraio 2011

e finalmente la pioggia

Oggi, prima giornata di pioggia da quando sono ad Accra. E’ iniziato un grosso nubifragio intorno alle 13 ed e’ continuato per un bel po’,  tutta la citta’ si e’ allagata.
Adesso sta ancora piovendo, non era mai successo prima che durasse cosi’ tanto. Il cielo e’ grigio e plumbeo e finalmente la temperatura si e’ abbassata a circa 24 gradi. Una meraviglia. L’oceano e’ bellissimo ed anche la spiaggia. Finalmente posso assaporare un momento di aria fresca ed e’ meraviglioso.
Dal diario di una "Bridget Jones de noaltri" e con qualche decenio in piu’ ho potuto pesarmi e sono calata ben 5 chili fino ad ora. 
Oggi siamo state invitate a partecipare ad un Workshop sugli strumenti di monitoring and supervising in the Logistic  and SCM for the Public Health Facilities.
E’ stato interessante soprattutto perche’ riconferma assolutamente il nostro lavoro. Cio’ che stiamo facendo e’ allineato ed inoltre alcuni  miei interventi sono risultati  molto stimolanti per tutti i  partecipanti.
Ieri pomeriggio invece siamo state invitate a partecipare ad un incontro  con la stampa  organizzato dalla citta’ di Accra e la nostra ONG – M.C.I.   Presenti  il sindaco di ACCRA, la direttora della nostra ONG, con una delegazione di giovani architetti accompagnati da professori della Columbia University  e altre personalita’.
Lo scopo di questa conferenza stampa era quello di presentare i vari progetti in corso in questo momento (compreso il nostro,  ma soprattutto il gruppo di giovani architetti (20 ) provenienti da tutto il mondo che stanno partecipando ad  un master alla Columbia University, NYC, accompagnati da 6 professori. Hanno trascorso 5 giorni all’interno di due quartieri di Accra particolarmente difficili, hanno presentato il loro risultati e le loro proproste per migliorare le condizioni igienico sanitarie e logistiche.
E’ stato bello vedere tutti questi ragazzi e ragazze che lavorano insieme e che con soluzioni a breve-medio e lungo termine, vogliono migliorare le condizioni di vita di tante tante persone qui ad Accra.
 Adesso la pioggia e' finita ma l'aria e' decisamente piu' fresca. 

mercoledì 9 febbraio 2011

9 Febbraio una telefonata difficile

Stamattina ho chiamato.
Una mamma a me molto cara che ha perso un figlio a me molto caro. Stroncato nei suoi 46 anni da un male incurabile, gia’ la parola cancro e’ difficle da pronunciare e scrivere.  Mi sono decisa a chiamarla stamattina.  
La notizia mi e’ arrivata la settimana scorsa mentre in auto rientravo da una giornata passata in ospedale. La mia di mamma mi ha chiamata, aveva una voce strana e appena le ho chiesto “cosa c’e’?”  E’ scoppiata a piangere era inconsolabile, mi ha dato la notizia, era appena rientrata dal funerale. Non sono riuscita a dire molto  solo un “ti richiamo piu’ tardi”.
Le lacrime hanno inziato a scendere ed un dolore grande mi ha completamente assalita.
Sono riuscita solo questa mattina ad avere la forza di chiamare questa mamma a me molto cara. Cosa riesci a dire ad una mamma che ha appena perso un figlio? Che sei lontana, che non puoi abbracciarla e che non hai potuto essere li’ per l’ultimo saluto.
Le ho solo chiesto di resistere, di tenere duro, perche’ adesso e’ solo una guerra di sopravvivenza per lei una lotta contro un dolore che la schianta. Anche io ho pianto insieme a lei.
Come mi pesa essere cosi’ lontana, sto andando  in un ospedale per cercare di cambiare l’approccio lavorativo, per trasmettere un modelllo di lavoro  diverso, e tutto questo dovrebbe accadere in poco piu’ di 2 mesi. Mi domando a volte se veramente hanno capito la portata  di questo lavoro ed il tempo necessario per cercare di spiegare e trasmettere un cambiamento. Ma come si fa? Io non lo so. Due progetti di questa portata in soli 6 mesi sono difficli. Si’ perche’ alla fine non rimarra’ niente e non perche’ non mi sono impegnata abbastanza,  ma perche’ prima di tutto siamo persone, esseri umani e siamo cosi’ tutti diversi. Prima di conquistare la fiducia, il riconoscimento ci vuole tanto tempo passato insieme e tanta fatica e solo dopo che hanno capito, che hai conquistato la loro fiducia, puoi finalmente iniziare a lavorare.  Sembra ovvio?
Mi sono pensata nella stessa situazione, arrivano un paio di tizie, obruni per giunta, da chissa’ dove con la pretesa di insegnarmi un nuovo modo di lavorare, o la pretesa di cambiare il mio modo di lavorare. Perche’? Cosa c’e che non va nel mio? Sono tanti anni che lavoro...... queste sarebbero le prime domande e ci sarebbe scetticismo e diffidenza come reazione iniziale. Solo giorno dopo giorno lavorando insieme, fianco a fianco su cose pratiche e vedendo i risultati potrei iniziare a pensare che forse vale la pena di mettersi  in gioco. Inoltre bisogna fare i conti con la propria caratterialita’, non  andiamo a genio a tutti e viceversa non tutti vengono percepiti nello stesso modo. Ci sono quelli simpatici e altri che magari ci risultano antipatici. siamo essere umani ancora per fortuna.
E non dimentichiamoci la lingua, le differenze culturali etc etc.

martedì 8 febbraio 2011

Altre foto della gita: DOMAMA VILLAGE

Dopo la visita al KAKUM National Park siamo finiti in un villaggio all'interno dove, secondo la guida c'e' uno Shrine. Siamo arrivati al villaggio e la strada diventa proprio pessima, scopriamo che per arrivare allo Shrine si devono percorrere altri 7 km di una strada che il nostro mezzo non puo' affrontare, oramai e' pomeriggio e non possiamo farla a piedi. Decidiamo di rinunciare e rimaniamo ad osservare la vita di un tipico villaggio, prima di rientrare ad Elmina. Ecco qui un po' di foto:



  

Questa signora sta facendo seccare il cacao

il piccolo mercatino di DOMAMA

Un ponte di fortuna per raggiungere DOMAMA

domenica 6 febbraio 2011

I giorni dopo la gita

Siamo stati benissimo ed abbiamo visitato un sacco di posti belli. Ed abbiamo parlato parlato, riso e scherzato e parlato ancora.
Ma tutto termina e quindi lunedi’ sera rientriamo ad Accra dove per il resto della settimana io lavoro e loro senza nessun problema vanno a zonzo per mercati e mercatini. Fanno acquisti, prendono taxi parlano un po’, camminano tanto , si sono perfettamente inseriti.
Alla sera poi ci troviamo ed andiamo fuori a cena, in diversi ristoranti sparsi qui e la’. Siamo persino andati a mangiare la pizza da Mamma Mia, uaho una vera pizza italiana.
E parliamo tanto, io parlo tanto e butto fuori, scarico e faccio spazio, per poter affrontare i giorni, le settimane,  i mesi che mancano al rientro.
Poi venerdi’ scorso siamo partiti di nuovo per raggiungere una localita’ a due ore di auto da Accra dove la spiaggia e’ piu’ pulita e si puo’ fare il bagno nell’oceano senza rischiare infezioni.
L’hotel prenotato e’ un po’ abbandonato ma la spiaggia e’ molto bella e grande.
Siamo i soli in Hotel e la cosa sembra proprio strana, per fortuna che sabato sono arrivati una comitiva di dipendenti di una banca e un gruppo di ragazzi piccole e grandi.
Siamo rientrati ieri pomeriggio, dopo aver avuto un colpo di fortuna, un signore ghanese ci ha dato un passaggio fino a casa. Ci ha visti sulla strada principale mentre cercavamo di prendere un tro tro (minubus in condizioni pesssme che sono il solo trasporto disponibile qui), ma nessuno si fermava e non riuscivamo a partire. C’era un sacco di gente che aspettava e appena un tro tro si fermava tutti correvano per cercare di salire, e noi rimanavamo li'. Con in tro tro e' un po' all'assalto. Senza questo passaggio insperato non so come sarebbe finita. Ma un colpo di fortuna ogni tanto ci vuole.
Ed adesso sono partiti ed e’ ritornato il silenzio nella casa, interrotto solo dal rumore dell’oceano che oggi e’ particolarmente bello e mosso.        
Sono stata un po’ latitante nell’ultimo periodo, ma non avevo energia e spirito di scrivere. Cerchero' di recuperare.

Venerdi' 28 gennaio : arrivanooooooo

Ore cinque del mattino, suona la sveglia, mi vesto velocemente ed esco. Alle cinque e trenta passa l'autista ed andiamo in aereoporto dove i miei due "prodi"  sono arrivati e ci aspettano.
Per giorni ho pensato e immaginato questo incontro e solo il pensiero mi emozionava.
Appena arrivo davanti alla porta a vetri degli arrivi li vedo li’ seduti che mi aspettano....che emozione.
Ci incontriamo e non so se sono riusciti a capire quanto felice ero di vederli, anzi credo mi ci sia voluto piu’ di un giorno per realizzare che erano veramente qui in carne ed ossa. E che non stavo sognando.
Arriviamo a casa e cercando di non disturbare  troppo aspettiamo  le 8.30, (preparo una gran colazione), l'autista passa a prenderci e partiamo per la nostra grande gita di 4 giorni verso la costa ovest , Cape Coast, Elmina, Kakum National Park e Takoradi ed infine una bellissima spiaggia inuna localita’ di nome Busua. Quanto ho desiderato questo momento e questo break, di cui sento cosi' tanto il bisogno. Ero oramai l'unica a non aver incontrato ancora nessuno dei suoi e non aver fatto nemmeno una vacanzina senza le altre. 
Ed ecco un po' di foto:
L'HOTEL AD ELMINA

LA SPIAGGIA

SEMPRE LA SPIAGGIA

I NOSTRI PRODI CAVALIERI

Il KAKUM NATION AL PARK e' un grande parco con all'interno un percorso di ponti sospesi nel vuoto. Non male 






CAPE COAST
Questo e' il Forte o Castello, dove milioni di africani resi schiavi venivano spediti come carne da macello in Europa, Nord/Centro e Sud America. 




Panoramica di Cape Coast dal Forte

Questa e' TAKORADI con il suo bellissimo mercato circolare:






sempre il mercato di Takoradi
Questi invece sono gli avvoltoi che abbiamo troato a Takoradi presso la Monkey Hill dove secondo la guida ci sono un sacco di scimmie, ed invece un bel gruppo nutrito di avvoltoio ci ha dato il benvenuto






E finalmente BUSUA, con una spiaggia veramente notevole, 





 

Domenica 6 Febbraio

 Scusate, scusate, scusate......un lungo silenzio......
Sono partiti e sono tornati a casa.  Mi sento un po’ triste, ma anche molto contenta che siano venuti a trovarmi, mi hatto veramente salvato da un pantano tremendo in cui mi ero infilata.
Stare un po’ di tempo con loro, con un paio di amici di Verona, mi ha fatto stare bene, tremendamente bene e sono persino riuscita a svuotare un po’ quel  gran caos che oramai e’ la mia testa.    
Ma procediamo con ordine.
Ripartiamo dal giorno del loro arrivo.