Oggi…… un altro ospedale.
Ho passato tutto il giorno al pronto soccorso dell’ospedale della mia città, mio fratello non sta bene e quindi dopo una serie di concitate situazioni ho deciso di portarlo seguendo anche il consiglio dei medici di portarlo in ospedale al rponto soccorso.
Nelle ore che sono rimasta con lui ad attendere, ho ripensato e rivisto tutti gli ospedali dove ho passato gli ultimi 6 mesi, e inevitabilmente il mio pensiero era là.
Oggi ero una paziente e non ero una consulente ma il punto di osservazione non è poi molto diverso. I locali sono più puliti, la temperatura è più sopportabile, gli armadietti dove vengono tenuti i farmaci e tutti i materiali di consumo ( guanti e tc etc) sono in ottime condizioni ed in ordine, ma l’attesa estenuante ed il senso di fatica e frustrazione sui visi sofferenti dei pazienti e dei loro familiari è proprio la stessa.
Ripensavo ai visi stanchi e sofferenti degli ospedali dove ho trascorso i miei ultimi 6 mesi e sono gli stessi che ho visto oggi qui.
Ed è molto triste pensare che qui a Verona, in una città dove una volta questo ospedale era un centro di eccellenza e dove ora vedo solo pochi medici e infermieri stanchi e stressati per la grande quantità di lavoro che devono gestire.
Un ospedale che accoglieva in passato circa 1200 persone ed oggi non so nemmeno se riesce a gestirne la metà, nono stante ci siano molte piu’ richieste di 30 anni fa, ci sono reparti vuoti, e non perche’ non perfettamente funzionanti, ma perché non ci sono risorse sufficienti per poterli far funzionare.
Poi alla fine di questa lunga giornata trascorsa al pronto soccorso mi sono recata nell’altro ospedale della citta’ dove hanno appena inaugurato un nuovo polo, un nuovo edificio, cercavo uno specialista che non ho trovato perche’ ormai era troppo tardi. Sono rimasta impressionata dall’imponenza della hall e dall’opulenza che trasmette, e la tristezza cresceva dentro di me. Perche’ sprecare tutti questi soldi per costruire una cattedrale cosi’ sfarzosa quando poi non si hanno i soldi necessari per assumere e pagare stipendi a medici ed infermieri che possano rendere l’assitenza al malato non umiliante, ma un diritto di uno stato sociale che questo paese aveva costruito negli anni almeno in alcune regioni e che oggi stanno smantellando?
La mia non è ancora rabbia ma è tristezza. La rabbia per il momento l’ho lasciata tutta in Africa.